LECTIO DIVINA DOMENICA DELLE PALME, Ciclo B
Prima lettura: dal Libro del Profeta Isaia 50,4-7: «per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. (cfr. Is 50,7).
Il profeta Isaia ci presenta la figura del servo sofferente, descrivendolo come «discepolo e inviato» con un messaggio di consolazione: «Mi ha dato una lingua da discepolo per dire una parola d´incoraggiamento a chi ha il cuore spezzato» (cfr. Is 50,4), e continua dicendo: «Mi ha aperto l’orecchio. Non ho opposto resistenza né mi sono tirato indietro, lo ha sorretto per «resistere agli oltraggi e agli sputi dei suoi flaggellatori», sicuro che non sarebbe stato deluso». (Cfr. Is, 50, 4;9a)
Salmo 22: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato» (cfr. Sal 22,1)?
Questo salmo, nell´interpretazione attribuita alla scuola elohista, non è in contrasto con il ritratto del servo sofferente presentato da Isaia, certo che, per quanto possa soffrire, non sarà deluso. Alcuni ermeneuti ed esegeti suggeriscono che, mettendo in bocca a Gesù queste parole durante il supplizio della croce, si faccia allusione alla preghiera dell’ora terza che ogni ebreo recitava il venerdì. Egli, con la sua fede, si unisce al salmista, ma non si sente mai abbandonato o rifiutato dal Padre, tanto meno nel momento culminante del suo sacrificio e del dono di sé per amore».
Seconda lettura: dalla Lettera ai Filippesi 2, 6 – 11
«Gesù è passato nel mondo come uno qualunque, dimostrandoci che siamo creati per amore e a immagine di Dio e che la assomigliarci a lui è il nostro compito quotidiano». Tuttavia, Gesù: «Non si è vantato della sua condizione di Dio; al contrario, ha svuotato se stesso e si è fatto schiavo. Per questo Dio lo ha esaltato, dandogli il nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,6-8).
Vangelo di San Marco 14, 1-15; 47: «La passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo San Marco è posta dal suo autore e dal suo stretto collaboratore Pietro davanti alla comunità romana, che Marco voleva sostenere durante il tempo della persecuzione attraverso tutti i suoi racconti. Marco presenta Gesù nella sua passione come modello nella sofferenza e come salvatore di coloro che credono in lui».
ASCOLTIAMO:
Dopo aver letto il Vangelo di Marco nei suoi innumerevoli dettagli per inquadrare il contesto della passione del Signore, è importante evidenziare un itinerario lungo il quale il Vangelo ci conduce. Tutto inizia con il particolare incontro e unzione in Betania e con le interpretazioni incrociate intorno allo «spreco del profumo» alle quali alludono alcuni dei suoi discepoli, cercando di convincere gli altri che sarebbe stato meglio venderlo per distribuire il ricavato ai poveri.
Proseguendo questo itinerario evangelico, l´autore ci presenta il dialogo intorno ai particolari nel preparare la cena pasquale e la narrazione mette in evidenza il dialogo tra Gesù e i suoi discepoli durante la cena, introducendo il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, l’arresto di Gesù, l´interrogatorio davanti a Pilato, la tortura della condanna, la flagellazione, il cammino verso il Golgota con la croce sulle spalle ed infine la morte e la sepoltura di Gesù».
CONTEMPLIAMO:
Tutti conosciamo i particolari di questa narrazione e il suo sanguinoso epilogo; ma soffermiamoci su alcune note espressioni e contempliamo attraverso la memoria del cuore queste parole lasciandole penetrare in profondità nella nostra esperienza di credenti:
- «È andata avanti a imbalsamare il mio corpo per la sepoltura».
- Hanno promesso denaro a Giuda Iscariota.
- Dov’è la stanza nella quale celebrerò la Pasqua con i miei discepoli?
- «Uno di voi mi tradirà, uno che è qui a cenare con me».
- «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza».
- «Prima che il gallo canti due volte, mi avrete rinnegato tre volte».
- «Cominciò ad essere terrorizzato e angosciato.
- «Prendetelo e tenetelo fermo».
- «Tu sei il Messia, il Figlio di Dio».
- «Non conosco quest’uomo».
- «Che dite? Volete che vi consegni il re dei Giudei?
- «Gli misero una corona di spine che avevano intrecciato insieme. Portarono Gesù sul Golgota e lo crocifissero.
- «Ha salvato gli altri, lascia che salvi se stesso».
- «Gesù emise un forte grido e spirò». J
- «Giuseppe d’Arimatea rotolò una pietra all’ingresso del sepolcro».
È importante fermarsi e lasciare che queste espressioni risuonino nel profondo di noi stessi. Ogni parola può mettere a confronto la nostra fede e rafforzare la nostra speranza.
CHIEDIAMOCI
Come possiamo attualizzare la Passione di Cristo nella nostra vita quotidiana? Come possiamo aderire al suo sacrificio d’amore, senza sentire la morte in croce come una sconfitta?
INVITO
In questo tempo di grazia che la Domenica delle Palme inaugura, prepariamo i nostri cuori ad attualizzare il mistero della passione, morte e risurrezione del Signore nella nostra vita. Che queste esperienze ci aiutino a comprendere il significato redentivo della sofferenza e soprattutto a desiderare con speranza l’alba della Pasqua e l’incontro con il Signore della vita che vince la morte con la sua risurrezione.
Suor Sandra Milena Velásquez Bedoya, tc