Lectio Domenica 10 marzo 2024

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA, <<LAETARE>>, CICLO B

Ogni anno la quarta domenica di Quaresima, vestita di rosa, ci fa capire che siamo a più di metà strada verso la gioia della Pasqua. L’antifona d’ingresso dell’Eucaristia inizia con l’invito «Laetare, Ierusalem», cioè «Rallegrati, o Gerusalemme…» (Is 66,10). La liturgia della Parola di oggi ci ricorderà le profonde e inesauribili sorgenti di gioia che Dio stesso fa scaturire in mezzo a ogni realtà in cui viviamo.

Prima lettura – dal secondo libro delle Cronache 36, 14-16. 19-23

Dio è ancora deciso a camminare con il suo popolo, anche quando questo non gli corrisponde. E quando tutto sembra perduto (il tempio distrutto, il popolo esiliato…) Dio fa emergere dalle rovine una nuova speranza. E lo fa in modo sorprendente e inaspettato: attraverso una persona esterna al popolo eletto: Ciro, il re di Persia. La fedeltà e la misericordia di Dio vanno ben oltre ciò che siamo in grado di percepire. Non è forse questo un motivo di profonda gioia?

Salmo 136, 1-2. 3. 4. 5. 6 R. Il salmo è un lamento del popolo in esilio da Babilonia. Il rifiuto di cantare i canti di Sion (del tempio) in terra straniera e per il divertimento dell’oppressore si intreccia con il proposito di non dimenticare la Città Santa «vertice della gioia». Coltivare la memoria dei luoghi sacri della nostra storia personale di salvezza può aiutarci a rimanere legati a ciò che ci fonda, anche in mezzo agli allontanamenti che anche noi sperimentiamo di tanto in tanto.

Seconda lettura – Dalla lettera dell’apostolo Paolo agli Efesini 2, 4-10

San Paolo scrive ai credenti di Efeso (e a noi) insistendo sul fatto che la salvezza è qualcosa di già presente («siete salvati») ed è un dono gratuito di Dio («per pura grazia»), il cui amore va oltre il peccato («per il grande amore con cui ci ha amati, quando eravamo morti a causa dei peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo»). Salvezza, grazia, fede, amore… Sono parole che usiamo ancora oggi molto spesso. Oggi, nella Domenica Laetare, lasciamo che tocchino ancora una volta i nostri cuori con tutta la loro forza e li riempiano di gioia.

Vangelo secondo Giovanni 3, 14-21

Nella pericope del Vangelo di questa domenica ascoltiamo una parte del dialogo di Gesù con Nicodemo, un fariseo, un leader ebraico. Il dialogo si svolge di sera, poco dopo il gesto profetico di Gesù nel tempio. Ci colpisce la chiarezza con cui Gesù parla a Nicodemo della sua morte, della salvezza e della luce che porta all’umanità. Infatti, incontreremo Nicodemo solo altre due volte (e solo nel Vangelo secondo Giovanni).

Sarà Nicodemo a ribadire a coloro che volevano uccidere Gesù che nessuno può essere condannato senza processo (Gv 7, 50-52) e poi a portare mirra e aloe per la sua sepoltura (Gv 19, 39). Gesù affida il suo essere, il suo mistero anche a persone insicure, in ricerca, dubbiose, indecise… A Nicodemo, al suo dialogo «nascosto» con Gesù, dobbiamo la grande notizia che «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio infatti non ha mandato il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Non è forse questo un motivo di speranza e di gioia?

Ecco

  • Gesù ricorda a Nicodemo uno degli eventi che si verificarono durante il viaggio dall’Egitto alla Terra Promessa: «Mosè fece un serpente di bronzo e lo pose su uno stendardo. Quando un serpente mordeva qualcuno, egli guardava il serpente di bronzo e gli salvava la vita» (Num 21,9). E avverte che «come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». La Quaresima ci porta davanti agli occhi Gesù crocifisso. E noi non possiamo che accettare l’invito a guardarlo e a lasciarci salvare da lui. Dio ha davvero a cuore la nostra salvezza e la desidera ancor più di noi: vuole che viviamo per sempre nel suo amore. Guardiamo a Gesù e lasciamoci guardare da lui.
  • DIO È AMORE. E poiché ama il mondo, ogni persona, ogni creatura con un amore incommensurabile, ci dona tutto: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Dio infatti non ha mandato il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». A volte siamo tentati di pensare che Dio sia molto concentrato nel guardare e cercare i nostri peccati, le nostre colpe, le nostre imperfezioni… Invece è proprio il contrario: è molto concentrato nell’amarci e nel salvarci. Sicuramente abbiamo fatto l’esperienza di sentirci amati da qualcuno (genitori, nonni, fratelli, marito, moglie, un amico…). E sappiamo quanto sia preziosa questa esperienza di un amore libero e sincero, anche se così umile…». Quanto più l’amore di Dio? Può farci bene oggi pregare, dialogare con Dio sul suo amore e sul nostro credo?
  • DIO È LUCE. Ed è significativo che Gesù parli a Nicodemo, che viene di nascosto e di notte, della luce: «chi opera la verità viene alla luce, perché si veda che le sue opere sono fatte secondo Dio». Nicodemo sembra avere dei dubbi: percepisce la verità che Gesù porta, ma non è ancora in grado di darsi ad essa con piena decisione, alla luce del sole. Succede anche a noi: ci avviciniamo a Dio con più coraggio quando siamo in grado di dare un nome alla nostra verità, sia essa bella, povera o addirittura vergognosa. Possiamo essere certi che anche Gesù vuole parlarci, per ricordarci la salvezza, l’amore e la luce che porta. Regaliamoci, in questo cammino verso la luce della Pasqua, l’esperienza di avvicinarci a Dio, di lasciarci illuminare dalla sua luce, di stare davanti a lui con tutta la nostra verità.

Invito

La salvezza di Dio è già presente nella realtà della nostra vita. E mentre forse potremmo più facilmente indicare i motivi di preoccupazione per la realtà del mondo o per la nostra realtà personale, la fede ci invita a gioire: «Rallegrati Gerusalemme». Accogliamo l’invito a incontrare Gesù in mezzo alle nostre notti, ad abbracciare l’amore di Dio per noi, a sperimentare la sua salvezza che va oltre ciò che siamo in grado di percepire e a camminare nella sua luce e nella sua verità. Oggi è un giorno eccellente per connetterci con le sorgenti più profonde della nostra gioia e felicità e per riposare in Dio che è SALVEZZA, LUCE E AMORE.

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