Sorelle Terziarie Cappuccine e laici, che camminano insieme accudendo e coltivando la vita.

Rileggere è riguardare di nuovo un documento, è ritornare alle origini, alle radici delle sue intuizioni iniziali, riascoltare e rivedere in profondità la sua portata e le sue utopie, è rivivere il suo contenuto appropriandosene, rispettando l’essenziale, per stabilire un dialogo tra l’esperienza di ieri e quella di oggi.

Dirigere lo sguardo verso il Progetto di Vita Congregazionale » accudire e coltivare la vita», significa lasciarsi condurre dallo Spirito, ripercorrere in sua compagnia il cammino indicato dalla sua Parola e a sua volta, accolto dalle Sorelle Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia, nel XXIII Capitolo Generale del 2022 che dette  origine al Documento finale «Insieme procediamo, generando e accudendo la vita» ed entrare con coraggio e impegno e a piedi scalzi nelle otto chiamate di Dio, ed irrompere nella novità della nuova tappa del Tempo di consolidamento intitolata  «accudire e coltivare la vita». 

Il Progetto di Vita Congregazionale abbraccia in sé un’esperienza carismatica vissuta da «Francesco d’Assisi, il mistico e pellegrino che visse con semplicità in meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso (cfr. Papa Francesco, Laudato si’ n. 10»); la vita testimoniale del poverello c´invita a creare comunità domestiche dove tutti, sorelle, laici amigoniani e coloro che condividono la missione, abbiano un posto e la capacità di accudire e coltivare la vita in tutte le sue dimensioni; è lì, nelle profondità insondabili della fraternità, che nascono i veri gesti che arricchiscono le relazioni umane e fraterne, dove s´impara a smuovere la terra perché il germe che si apre all’esistenza abbia radici profonde e cresca con la forza accattivante di generare vita, una vita pronta a custodire, salvaguardare e proteggere l’universo e in esso tutti gli esseri chiamati a proteggerla.

Nel corso della storia, lo Spirito Santo ha invitato la Chiesa ad essere un’instancabile ricercatrice di nuove strade e a vivere il Progetto di Dio nella missione che le è stata affidata, l’annuncio del Regno; Molti uomini e donne, consacrati e laici, consapevoli della loro responsabilità e della loro appartenenza al «gregge di Dio» (I Pietro 5, 2), si sono uniti in comunione per essere collaboratori diretti nei processi di evangelizzazione dei popoli. I Laici Amigoniani e coloro che condividono la missione insieme alle Sorelle Terziarie Cappuccine, non possono essere estranei a questo impegno ecclesiale e congregazionale, fin dal momento della loro promessa, si sono impegnati a vivere la vita cristiana a partire dal carisma lasciato in eredità da padre Luigi Amigó e oggi sono chiamati a incorporarsi al Progetto di vita congregazionale «per prendersi cura e coltivare la vita» condividendo la propria ricchezza come laici, che poi diventerà forza trasformatrice.

Accudire e coltivare la vita richiede persone che sappiano vivere la comunione, coerenti e responsabili, che non temono le avversità e la loro stessa vulnerabilità, uomini e donne resilienti con la disposizione interiore di adattarsi senza lamentarsi alle sfide del cammino, sorelle e laici che si prendono cura della propria vita e di quella degli altri con la tenerezza e la compassione del Buon Samaritano, decisi ad entrare a piedi scalzi nell´interiorità del proprio essere per trovare la verità, essere grati per i doni ricevuti e interrogarsi su quei gesti che non ci permettono di tirare fuori dal vaso rotto, quanto di più genuino il Padre ha messo nel cuore dell’essere umano.

Il Progetto Congregazionale, «accudire e coltivare la vita», non è solo una responsabilità delle Sorelle Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia, ma un dovere, il cui obiettivo principale è coinvolgere anche i Laici Amigoniani e coloro che condividono la missione nella costruzione della casa comune, al cui interno palpita la bellezza degli esseri che Dio ha creato e la vita umana con le sue gioie e speranze, le sue ricerche, le fragilità e i fallimenti, le disuguaglianze culturali ed economiche, la saggezza, le aspirazioni carismatiche e formative…. Tutto questo è una rivelazione dello Spirito e un dono per coloro che, sentendone la forza creativa nel loro essere, seguono le orme di Luigi Amigó e in sinodalità, camminano insieme, fanno della loro vita quotidiana un continuo accudire e coltivare dell’esistenza umana, sia a livello personale e comunitario, che a livello sociale.

Si tratta di un compito permanente, di una missione lodevole, che si può realizzare solo quando, nel silenzio della vita quotidiana, si entra nel santuario della propria interiorità e si incontra la sorprendente presenza di un Dio vivente che si rivela e parla direttamente al cuore.

Chi si prende cura della propria interiorità, si collega con le proprie radici ed è capace di entrare nei segreti più intimi e di dialogare con Colui che lo ha reso una creatura unica e irripetibile, posta nel cuore della casa comune per salvaguardare la vita umana. A sua volta, viene rivestito di un amore tale, che lo rende capace di accogliere attraverso un tratto corrispondente, gentile, affettuoso e tramite un atteggiamento compassionevole e misericordioso, tipico di Francesco d’Assisi e Luigi Amigó, donne e uomini immersi nell’immenso universo, persone talentuose, innovative, ignoranti e sciocche; anziani e bambini dimenticati e scartati dalla società per garantire loro i propri diritti; malati, poveri, emarginati ed esclusi, poco visibili agli occhi del mondo; giovani stanchi e senza un senso nella vita. Le sorelle, i laici amigoniani e coloro che condividono la missione sono chiamati ad abbracciare attraverso il delicato abbraccio dell’amore che avvicina e che rompe gli schemi freddi, ad allargare i legami e a stringere lacci di fraternità.

Tutto ciò presuppone ovviamente, una conversione ecologica che includa una consapevolezza amorosa che non permetta di essere scollegati dalle altre creature, ma, di formare insieme agli altri esseri una splendita comunione universale. Tenendo conto che, per un credente, il mondo non è visto dall’esterno ma dall’interno, riconoscendo i legami con cui il Padre ha unito tutti gli esseri (Papa Francesco, Laudato si’ n. 220).

Le Sorelle Terziarie Cappuccine, in continua ricerca, i Laici Amigoniani e coloro che condividono la missione, impegnati nella Chiesa e nella Congregazione, sono i primi invitati a lasciarsi contagiare ed influenzare da questo impegno congregazionale, essendo testimoni di un modo autentico e coerente di vita, delle chiamate che Dio rivolge a tutti di  camminare insieme, a progredire, a generare, ad accudire e a coltivare la vita.

Suor Ana Tulia López Bedoya, tc

Provincia di Nostra Signora della Divina Provvidenza

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